Il telemetro Pavese, sfruttando le risorse dell'ottica, misura la distanza di un oggetto attraverso la soluzione di un problema geometrico che è quello relativo a un triangolo di cui è nota la base e di cui si misurano due angoli.
Ad esempio, se stando fermi in A si vuole misurare la distanza dal punto C, attraverso il prisma l'operatore cerca di formare un angolo retto (tenendo le zeppe coperte dai diaframmi) tra il punto C e un altro punto preso in prossimità di quella direzione. Si sceglie ora un punto D su quella direzione, bisogna condurre l'immagine di C a combaciare perfettamente con questo punto, avanzando o retrodecento a piccoli passi. Si procede facendo un segno trasversale passante per le punte dei piedi, si gira uno dei diaframmi per scoprire la zeppa e quindi si retrocede sul prolungamento della DA, finchè traguardando con ques'altra parte del prima vede di nuovo gli stessi punti in collimazione. Allora si fa un altro segno in corrispondenza delle punte dei piedi e misura la distanza AB fra i due segni, che indica in metri la distanza cercata.
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