Il telemetro polibasico (step 1) fu inventato dall’allora capitano Pavese (step 11) nel 1882 e veniva anche chiamato telemetro per Fanteria (step 20) poichè, come tutti i telemetri diplostatici, era prettamente impiegato nell’artiglieria terreste.
Con il Pavese si è finalmente riusciti a trovare un telemetro di piccole dimensioni (step 2) che si potesse impiegare durante il combattimento. In quegli anni, il suo nome apparve in diverse cartoline pubblicitarie (step 13) e riviste scientifiche (step 10) per mettere gli ufficiali a conoscenza di questo nuovo strumento e fornire un'accurata descrizione dei componenti (step 3) e il modo di adoperarlo (step 22).
Si tratta di uno strumento che sfrutta le risorse dell'ottica (step 4) per misurare la distanza tra l’utilizzatore e un qualsiasi punto del campo visivo. Si basa sul fatto che un oggetto a distanza finita si vede, da due punti anche poco distanti tra loro, sotto angoli diversi; calcolando tale differenza angolare (step 27) si risale alla distanza dell’oggetto.
Un pregio dello strumento, oltre al fatto di poter essere racchiuso in un piccolo astuccio date le sue piccole dimensioni, è l'approssimazione non inferiore a quella di strumenti similari. Alcuni numeri legati allo strumento si possono trovare qui (step 15).
Il telemetro è composto da un prisma quadrangolare complesso (step 26) contenuto in una montatura metallica e unito al fondo con un piccolo eclimetro. Tra gli altri materiali (step 8) del telemetro polibasico, sono importanti i piccoli prismi divergenti (zeppe) che coprono le facce del prisma e servono a deviare i raggi che le attraversano. Un anello come supporto unisce le facce laterali tramite due viti, sulle quali può girare e ricevere un conveniente attrito.
Per avere una migliore visione dell'anatomia del telemetro Pavese, è utile fare riferimento a questo disegno (step 16).
Nonostante la straordinaria efficienza del telemetro, esso presentava anche dei difetti, ad esempio era sensibile alle temperature e alle mimetizzazioni, comportando delle alterazioni nei risultati. Per questo motivo, come possiamo notare in questo grafico (step 24), con il tempo i telemetri ottici iniziarono ad essere sostituiti da nuove tecnologie come i telemetri laser o i radar.
I telemetri sono infatti strumenti in costante evoluzione in tutto il mondo poiché variamente utilizzati in diversi settori quali militare, topografico o sportivo. Perciò molti brevetti (step 17) sui diversi tipi di telemetri sono rintracciabili e svariate sono le loro apparizioni nel mondo del cinema (step 12), nei fumetti (step 21), nella letteratura (step 07), nei francobolli (step 18) e nell'iconologia contemporanea (step 6).
In conclusione, possiamo riassumere tutte le informazioni più importanti in un albero tassonomico (step 14) e in un abbecedario (step 19), essenziali per ricordare la collocazione del Pavese tra i diversi modelli della telemetria, le leggi della fisica di cui si avvale e i dettagli principali dello strumento.
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